Scuola di Teatro – Saggi di Fine Anno

SAGGI SCUOLA TEATRO

13, 14 maggio ore 21

(corso 3° anno)

BrechtBaal

dedicato a Bertolt Brecht

drammaturgia e regia di Dimitri Milopulos

aiuto regia Laura Agostini

con Cosimo Bani, Michael Calà, Ginevra D’Uva, Alice Fusco, Giorgio Lumia, Elisa Mafucci,

Niccolò Orlandini, Elena Talenti, Niccolò Testi

collaborazione al percorso formativo Riccardo Naldini

 

Baal, testo al quale è ispirato il lavoro di quest’anno, è stato scritto nel 1918 da Bertolt Brecht ed è stata la sua prima opera teatrale.  La scrittura di Brecht si rivela già da subito “particolare” e “diversa”.  Baal è il primo “grande” personaggio di un Brecht ventenne e ancora alla prime armi,  influenzato dalla vita e dalle opere di altri autori e poeti come Verlaine e Rimbaud ma anche dal cabaret, dalle avanguardie, dalle riviste satiriche e dall’espressionismo teatrale che caratterizzava quel periodo storico.

Si tratta di un  lavoro “acerbo” di Brecht nel quale, però, troviamo già le basi di quel che diventerà il suo teatro negli anni a venire: c’è già la musicalità, si accenna a delle canzoni e a delle ballate, c’è l’ironia e soprattutto una forte teatralità espressionista.

Il lavoro portato avanti quest’anno con i ragazzi che stanno finendo la Scuola di Teatro Intercity è stato lungo, intenso e appassionato, partendo da un grosso lavoro sulla dizione curato da Riccardo Naldini, per poi affrontare un ciclo dedicato allo studio dell’autore e del testo. In seguito il lavoro si è concentrato a lungo sulla creazione dei personaggi, sulla messa in scena con il montaggio finale e tutti i problemi tecnici che comporta. Con risultati molto soddisfacenti.

 

16 maggio ore 21

(corso 1° anno)

L’amore al tempo del centro commerciale

a cura di Vania Rotondi

con Fausto Barlocco, Petra Breschi, Maria Cianchi, Giada Ciuffatelli,  Catia Diddi, Francesca Faraoni,

Sara Forni, Tommaso Lombardi, Francesca Mati, Lorenzo Mati, Tommaso Palazzini, Giovanni Pomi, Giacomo Reggiannini, Enrico Serafini, Adriana Serra, Elisa Sorrentino, Lorenzo Santella, Alessandro Trambusti, Laura Vincitorio e la partecipazione di Marta Turrini.

Lo scopo del primo anno di teatro è di far conoscere e sperimentare agli allievi gli elementi indispensabili al “fare teatro”. Gli allievi del corso del primo anno hanno avuto la possibilità di “incontrare” il teatro attraverso vari studi relativi all’espressione corporea, al lavoro sulla fisicità, elementi di base sullo studio del personaggio, ascolto e tecniche di riscaldamento.

Il primo “Intercity” degli allievi li porta in viaggio alla ricerca dei luoghi drammaturgici dell’amore… in un anonimo centro commerciale (luogo scelto perché simbolo della socializzazione moderna) si incontrano (e si scontrano) le vicende di coppie di innamorati nate dalla penna di autori più o meno famosi. Campanile, Wilde, Shakespeare, Simon, Luciana Littizzetto e Annamaria Barbera si mescolano alle improvvisazioni degli allievi dando vita ad una girandola pirotecnica di sentimenti e stili…

20 maggio ore 21

(corso 2° anno)

Naufraghi

(scene da Casa di Bambola di Henrik Ibsen)

a cura di Serena Mannelli e Iacopo Reggioli

con Ermine Andreoletti, Chiara Bandini, Edoardo D’Amore, Simone Iosue, Irene Maestrini, Greta Milopulos,

Alessandra Pigatto, Enrico Sansone, Elisa Volpi e la partecipazione di Gianni Bertoli

aiuto regia Alice Fischer

collaborazione al percorso formativo Riccardo Naldini

Il lavoro del secondo anno si incentra sull’analisi del testo drammaturgico: un’analisi pragmatica ed efficace condotta attraverso griglie di lettura immediatamente traducibili sul palco attraverso esercizi sullo spazio, sulla sonorità, sulla presenza, sulla relazione con se stessi, con gli altri e con il personaggio da portare in scena. La costruzione del personaggio teatrale a partire da un testo scritto e non da improvvisazioni personali (come avviene al primo anno) è l’obiettivo del percorso.

Casa di bambola di Ibsen è stato uno scoglio non facile da oltrepassare per gli allievi attori. Il magma di parole del teatro borghese li ha costretti a confrontarsi con regole rigide, ma poi, come ha fatto la protagonista del testo, sono stati in grado di affrontarle e andare oltre, alla ricerca del loro essere attori, esattamente come Nora si dà la possibilità di diventare una persona e non soltanto una bambola nelle mani di abili manipolatori. Naufraghi presenta un insieme di personaggi alla deriva, alla ricerca del proprio io, della propria coscienza interiore, che muove il loro essere. Nel saggio più allievi attori si confronteranno con lo stesso personaggio, a testimoniare che ogni attore ha un modo unico di farsi creatore del proprio personaggio sulla scena.

 

26 maggio ore 20.45 e 22.20

(anno supplementare)

animeZoo

studio sul teatro di Rainer Werner Fassbinder

a  cura di Virginia Martini

con Federica Bini, Susanna Giannini, Francesco Guglielmi,

Cinzia Macerini, Stefano Nigro, Simone Petracchi

collaborazione al percorso formativo Riccardo Naldini

spettacolo consigliato ad un pubblico adulto

Nel teatro di Fassbinder gli esseri umani non hanno imparato a vivere insieme, l’amore non si alimenta che delle dinamiche di comando e sottomissione Questo meccanismo s’innesca subito, non appena le persone cercano di comunicare tra loro. I personaggi articolano follie private o disillusioni realistiche e dietro alla crisi del linguaggio contemporaneo c’è l’assoluto vuoto di orientamenti e criteri che attanaglia i singoli, vuoto che li sospinge in continui gorghi sentimentali. La scrittura di Fassbinder è incandescente, frammentaria, aperta alle interpretazioni visionarie. Questi personaggi sembrano essere chiusi, intrappolati dentro una strettoia che li proietta da una parte sulla parete di una quotidianità misera, desolante, anonima, e dall’altra spara i colori, le passioni che trascendono il tempo prima che il tempo torni a presentare il conto. Non vivono la vita, ma l’imitazione della vita. Per ogni picco di luce, una caduta nel buio, con un cuore sempre più pesante, sempre più implorante la libertà del sogno. Ci troviamo in un non luogo fatto di carne e di passione, dove è riunita una umanità arrogante e vulnerabile al tempo stesso, che porta sui propri corpi i segni di una straripante voglia di vivere .