THE DEAD DOGS

dogs-web

19 ottobre 2019

Ore 21:00

Teatro della Limonaia – 19 ottobre ore 21

La corte ospitale/ Dellavalle/Petris

THE DEAD DOGS

di Jon Fosse – traduzione Thea Dellavalle – progetto e regia DELLAVALLE/PETRIS – con Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini, Federica Fabiani, Luca Mammoli, Irene Petris – suono Claudio Tortorici con la partecipazione di GUP Alcaro – luci Paolo Pollo Rodighiero – produzione La Corte Ospitale, DELLAVALLE/PETRIS, con il sostegno di Sementerie Artistiche, in collaborazione con Centro Teatrale MaMiMo’
spettacolo vincitore Forever Young 2017/2018 – La Corte Ospitale

Questo testo è un thriller?
Chi sono The dead dogs?
Sono un piccolo gruppo musicale con giacche da college americano con il nome ricamato in paillettes sulla schiena?
Sono una garage band dei fiordi?
Sono quello che ci lasciamo indietro, quello che dobbiamo seppellire mentre affrontiamo la vita?
Sono legami che dobbiamo rompere per andare avanti?
Cosa vogliamo davvero vendicare?
A cosa serve il guinzaglio appeso nell’ ingresso?
A chi serve il guinzaglio appeso nell’ ingresso?
E il nostro, dove lo abbiamo dimenticato?
Le persone stanno davvero bene quando dicono che stanno bene?
Se non è così, perché mentono?
Perché noi le lasciamo mentire?
Andremo ancora a pescare sul fiordo?

Un giovane uomo uccide il suo vicino di casa perché il vicino di casa ha ucciso il suo cane.
Violenza cieca che esplode nel quotidiano.
Orrore, solo a pensarci.
Risuona l’eco di molteplici fatti di cronaca, di come vengono raccontati e sezionati dai media. Orrore. Eppure istintivamente vorremmo schierarci con il giovane uomo, l’assassino.
Perché?
Perché il giovane uomo non è un serial killer, non è in preda alla follia, il suo gesto segue una logica, una logica tragica e primitiva, una logica di vendetta. Compie un delitto passionale, difende un affetto/ il suo unico affetto, un legame/il suo unico legame, un amore, un amico/il suo unico amico. Vendica il senso muto dello stare accanto, dell’essere compagni nella purezza che è o sembra essere ormai solo dell’animale. Il cane “è solo un cane”, certo, e proprio per questo non conosce non-detti né rancori né menzogna, è libero dalla zavorra che la parola porta con sé, dalla trappola che diventa il linguaggio nei rapporti descritti da Fosse, così fallibili e così umani.
E’ per questo che sentiamo che questo orrore ci riguarda?
Questa domanda è uno dei moventi del progetto che nasce anche dalla volontà di continuare il confronto con la drammaturgia di Jon Fosse iniziato con lo spettacolo Suzannah (2014).

Jon Fosse, scrittore e drammaturgo norvegese, tradotto in più di quaranta lingue è aujtore di romanzi, racconti, poesie e opere per il teatro. Oltre ai numerosi premi e riconoscimenti ottenuti in patria , nel 2003 gli viene conferito il Cavalierato in Francia, e nel 2010 vince il Premio Ibsen per il Teatro. Secondo il Daily Telegraph, Jon Fosse merita di figurare tra i 100 geni viventi in tutto il mondo, più volte è stato fatto il suo nome come possibile vincitore del Premio Nobel per la Letteratura. In Italia i suoi  testi sono editi da Editoria&Spettacolo, Titivillus, Fandango, La nave di Teseo.

Thea Dellavalle e Irene Petris lavorano in teatro da più di un decennio. Hanno partecipato come assistente alla regia e come interprete a spettacoli di importanti registi italiani e internazionali: Massimo Castri, Luca Ronconi, Alvis Hermanis, Romeo Castellucci, Marco Plini, Pascal Rambert, Andrea De Rosa, Mario Martone, Gianina Carbunariu. Le loro strade si incrociano più volte finché nel novembre del 2013 realizzano il progetto dello spettacolo Un ballo (adattamento da Irène Némirovsky) in collaborazione con la compagnia torinese Il Mulino di Amleto, e nel 2014 presentano al RIC Festival di Rieti lo spettacolo Suzannah di Jon Fosse. Nel 2018, con il progetto The Dead Dogs  vincono il bando Forever Young de La Corte Ospitale.

Condividi su: